Dagli insegnamenti delle guide:
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La Grazia si collega al PO che, non è blasfemia, è in Dio. E’ IN DIO, perché solo così viene denominata quella che indistintamente avete fino ad oggi definito parte oscura o male di Dio. Se Egli è il Tutto, ben lo sapete, in questo Tutto deve esservi anche la negazione del Tutto. Dunque l’Uno contempla “Sé” ed il “non Sé”.
E come in una vecchia comunicazione fu detto che solo il bene v’è ed il male appare dall’assenza del bene, del pari diremo che il male appare dall’allontanarsi da Dio come bene assoluto. In pratica – ed è altro concetto che svilupperete in contraddittorio con quello dell’Actio in amore – tutti i peccati, che appartengono agli spiriti, sono commissivi in proprio attraverso omissione: è il non factum che diventa l’alium factum, poiché io condurrei ogni mio agire secondo volere di Dio e solo per libera scelta posso allontanarmene, ben sembra ch’io faccia qualcosa di male, ma quel fare qualcosa di male è solo l’avere omesso di fare il bene e per volontà mia – se sto dentro Iddio come unità – avrei compiuto.
Allora Dio partisce Sé, ricordate, negli spiriti umani; ma così come l’idea di Dio viene all’umile uomo fatto di terra da Dio, gli viene anche donata la parte del “non Sé” di Dio. Questo e solo questo è il PO perché in sé e per sé origine della creatura in quanto espressione ed immagine di Dio. Ma mentre Dio sceglie Sé e sempre Sé – non perché sia giusto scegliersi ma perché va da se che sia così in Sé e per Sé – l’uomo ha – e qui è la Grazia che si sposa ed aderisce alla parola – Libertà di scegliere se confarsi e quindi agire secondo la parte di Dio che è in Sé, o di non agire ed omettere la condotta che dovrebbe avere aderendo a Dio, facendo sì che di fatto agisca altrimenti con il non agire secondo Dio.
Bene. Dati questi spunti di riflessione, viene da illustrarsi il problema dell’Isola dei morti[1] come momento perenne, sganciato dal tempo e dallo spazio e chiaramente allegorico, della Misericordia di Dio e della richiesta del perdono. Quando uno spirito che ha seguito il non agire secondo Dio ha – di fatto omettendo ciò che era il dettame della parte di Dio in Se – ha agito, si diceva, in malo modo, allora egli ha praticamente cambiato rotta e si è – potremmo dire per intenderci – autoannullato portandosi così verso la dissoluzione della parte di Dio che, non potendo essere distrutta, sfugge e fugge da LUI cacciata.
Solo un atto d’amore può ridarti la coscienza, ma attraverso l’unica chiave che dà la coscienza della conoscenza e la conoscenza della coscienza: il dolore della Croce, dove il Logos incarnato ha preso su di Sé i Peccati Originali del mondo. Ed ecco la discesa agli inferi/limbo coloro che prima del battesimo, intendendo per battesimo il momento in cui entri nella coscienza, dicono i cattolici della chiesa. Ma ciò vale per tutti coloro che, pur non appartenendo ad alcun rito e ad alcun credo, volgano verso l’alto il proprio sguardo a Dio. Cristo da quella Croce ridona la coscienza perché ristora lo Spirito e lo ricongiunge – cacciato dalla volontà dell’uomo – nell’uomo ridando ancora la possibilità di scegliere tra il guardare la parte bona e la parte mala. E’ questo il meccanismo che dobbiamo pur sempre intendere come un momento che viene vissuto al di là del tempo e dello spazio e senza parametri che possano aderire al nostro tempo ed al nostro spazio che si ritrovano sull’isola. Quando un’anima sceglie, e sceglie di riprendere la parte di spirito di Dio che ritorna a permearla, vede… vede l’orrore dell’avere da “sé” cacciato “Sé”, come in una sorta di cupio dissolvi e da lì la sofferenza per la perduta realtà.
Da questo momento ancora la scelta perché ancora vige, persiste, impera il Peccato Originale ma senza il quale non vi sarebbe la grazia e la libertà di poter scegliere. E solo accogliendo la Parola del Cristo si può, dal Suo respiro verso il Cielo spinto, giungere alla Nube[2] e solo da codesto altissimo loco che poi – ma appartiene ai grandi misteri tra i grandi – può, sarà, si verificherà quella che avete impropriamente per l’isola definito come Resurrezione. Ma di ciò si parlerà in altro tempo.
Quando Luca, a differenza di Matteo, scrive che un padrone aveva 10 servi cui diede 10 mine, una cioè a testa. Essi ritornarono chi avendole moltiplicate ed uno portando la stessa; quel padrone dirà che chi ha molto sarà dato, ricordate, chi ha poco sarà tolto anche quel poco. Perché quel colui avrà non fatto nulla; il non avere agito cioè secondo dettame della propria legge interna divina in quanto egli stesso parte di Dio, ma avere obbedito all’inane torpida pigrizia del non agire in amore omettendo dunque di seguire la legge divina che è legge che egli stesso si è dato. “E coloro che non vorranno seguire le mie leggi e che non vorranno da me essere governati siano fracassati da pietra”. Così Luca. Il “fracassati da pietra”, termine durissimo, viene utilizzato perché è lo spirito che annulla se stesso allontanandosi, portandosi verso un nihil di nulla che solo nei sepolcri tenebrosi dell’isola troveranno – fino a possibile pur sempre nuova scelta – albergo triste ed oscuro .
- Si riferisce al dipinto di A. Boëcklin quale rappresentazione simbolica dell’inferno, del luogo cioè in cui sarebbero sepolti gli spiriti morti alla coscienza. ↑
- Nube: immagine allegorica è sinonimo di Ade, luogo di pausa, di riposo, di riflessione per le anime di coloro che sono morti nella carne. ↑